Cena di Sabato 28 marzo, cena sostenibile
C'è da spaventarsi? no, tutt'altro.
Prima, però, proviamoci - a spaventarci - con alcune definizioni della FAO:
Inoltre dobbiamo avere familiarità con alcune "Parolacce":
Carbon Foot Print - Impronta di Carbonio; indica quanta CO2 è stato necessario immettere in atmosfera per produzione, trasformazione, imballaggio, trasporto del prodotto alimentare.
Water Foot Print - Impronta Idrica: indica quanta acqua è stata utilizzata per la produzione e trasformazione del prodotto alimentare.
Ecological Foot Print - Impronta Ecologica: indica la quantità di suolo che è stata utilizzata per la produzione di un prodotto alimentare.
Oggi poi, dobbiamo anche considerare la Salubrità degli Alimenti (se e quanti pesticidi, inquinanti, medicine, antibiotici possiamo trovarci dentro) e la questione delle microplastiche.
Certo: se valutiamo tutte queste cose ci passa ogni appetito, ma abbiamo a nostro vantaggio che:
La dieta mediterranea, nella sua tradizionale quotidianità, è già una garanzia di sostenibilità, a patto che la riscopriamo nella sua integrità settimanale: poca carne, distribuita su pochi giorni, poco pesce, molta verdura, pasta e pane di qualità... e soprattutto di produzione e provenienza locale.
Cos'è dunque una "cena sostenibile"? Una cena "normale", ma preparata con consapevolezza.
Scegliamo prodotti locali, che abbiano viaggiato il meno possibile; lavoriamo sulla trasformazione degli ingredienti semplici, abbiamo cura, nella spesa che facciamo, di ridurre il più possibile l'uso degli imballaggi, i prodotti che contengono olio di palma... esercitiamo il nostro potere di consumatori, informandoci e leggendo bene le etichette. Ricordiamo che abbiamo la possibilità di scegliere, ma questa possibilità è di fatto una responsabilità.
E soprattutto recuperiamo quelle ricette della tradizione contadina molisana che, in quanto a sostenibilità, non hanno nulla di cui arricchirsi.
Buona Earth Hour Cena!
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