Biferno e Trigno inquinati: “Senza controlli sui depuratori non troveremo i responsabili”
Il direttore dell’Arpa Molise, Quintino Pallante suggerisce una soluzione per individuare i responsabili dell’inquinamento dei nostri fiumi: "L’Agenzia regionale controlla ma se non si monitorano i depuratori 24 ore al giorno è impossibile circoscrivere la zona e capire, dalle sostanze emerse con le analisi di laboratorio, chi le ha sversate". Lunghissimo l’elenco dei comuni con depuratori reflui urbani non a norma, tra questi anche Campobasso. Sono questi alcuni dei dati riportati nell’annuario presentato questa mattina, giovedì 12 novembre, negli uffici di via Ugo Petrella. Il numero uno dell’Arpa ha messo in luce anche i risparmi realizzati negli ultimi 3 anni tagliando su dirigenti, personale e spese di affitto. Nel report anche lo stato dell’aria e del suolo, il caso Capoiaccio legato alla radioattività, i lidi di Termoli "in cui sarebbe meglio mettere un divieto alla balneazione" e le emissioni dei quattro inceneritori regionali.
di Assunta
Domeneghetti
Campobasso. Sono
il Biferno e il Trigno i fiumi più inquinati della regione. Quelli
in cui, in determinati punti come il lago di Guardialfiera e l’area
matesina, è meglio anche non pescare.
Lo ha detto Quintino Pallante, numero uno dell’Arpa Molise, che questa mattina, giovedì 12 novembre, ha presentato l’annuario sui dati ambientali riferiti al 2014. I dati sulle cosiddette acque sotterranee, monitorate dall’agenzia regionale per l’ambiente dal 2012 al 2014, evidenziano la presenza di sostanze chimiche nel Biferno (per l’anno 2013) che nel caso del Trigno si accompagna anche a un insufficiente quantità di acqua (sia nel 2012 che nel 2014).
«Senza un monitoraggio costante, 24 ore su 24, sui depuratori è difficile, se non impossibile, individuare i responsabili – ha detto Pallante –. Come Arpa possiamo fare i controlli, ma è chiaro che quando noi mettiamo nero su bianco che c’è inquinamento l’effetto si è già prodotto. Si farebbe un salto in avanti importante con i controlli sui depuratori perché potremmo circoscrivere la zona e capire, dalle sostanze ritrovate nel fiume, anche chi ce le ha sversate».
Quelle sui fiumi molisani, comunque, non sono le uniche informazioni contenute nell’annuario «che per la prima volta nella storia dell’Arpa abbiamo realizzato».
Aria, suolo, agenti fisici e ovviamente acqua sono state ispezionate tramite prelievi, analisi di laboratorio e campionamenti «per restituire un quadro il più chiaro e completo possibile alla cittadinanza».
Un risultato possibile anche grazie ai risparmi realizzati da Pallante che ha tagliato sul numero di dirigenti (passati dai 17 del 2003 agli 8 di oggi), sul personale in servizio (da 165 oggi sono 150), sui costi d’affitto (la sede di via D’Amato costava 70mila euro l’anno mentre gli attuali uffici di via Petrella erano vuoti), guadagnato col servizio (a pagamento) sul controllo degli ascensori e riportato in pareggio il bilancio dell’agenzia regionale «che ha chiuso il triennio 2012-2014 con 2 milioni di utile» a fronte di quasi 3 milioni di euro di tagli subiti. Anche questo è tutto contenuto nell’annuario.
Che si facciano più controlli è evidente dai grafici illustrati i quali mostrano un’impennata di campioni analizzati per ciò che attiene l’aria. Nel 2012 erano appena 175 al 30 settembre 2015 sono stati già monitorati 1088 campioni. Si è fatto di più e meglio anche per quanto riguarda i controlli sul suolo, in calo, invece, quelli sull’acqua. Per quanto riguarda le acque di balneazione va detto che il monitoraggio è stato fatto in venti punti tra Campomarino e Montenero di Bisaccia con una qualità definita “eccellente” tranne che a Termoli, in prossimità del bar Giorgione, a 50 metri a nord di Rio Vivo e al Lido Aloha dove la classe di qualità è “buona” «ma prossima a diventare sufficiente perché – ha detto ancora Pallante – così vicino alla foce del fiume bisognerebbe mettere un divieto».
Novità importanti per il monitoraggio dell’aria: «Prima del 2012 erano solo due i tipi di controllo, ora sono 11. Da una ventina di giorni l’Arpa Molise è in grado di prevedere, a tre giorni, la qualità dell’aria in tutta la regione.
Lo ha detto Quintino Pallante, numero uno dell’Arpa Molise, che questa mattina, giovedì 12 novembre, ha presentato l’annuario sui dati ambientali riferiti al 2014. I dati sulle cosiddette acque sotterranee, monitorate dall’agenzia regionale per l’ambiente dal 2012 al 2014, evidenziano la presenza di sostanze chimiche nel Biferno (per l’anno 2013) che nel caso del Trigno si accompagna anche a un insufficiente quantità di acqua (sia nel 2012 che nel 2014).
«Senza un monitoraggio costante, 24 ore su 24, sui depuratori è difficile, se non impossibile, individuare i responsabili – ha detto Pallante –. Come Arpa possiamo fare i controlli, ma è chiaro che quando noi mettiamo nero su bianco che c’è inquinamento l’effetto si è già prodotto. Si farebbe un salto in avanti importante con i controlli sui depuratori perché potremmo circoscrivere la zona e capire, dalle sostanze ritrovate nel fiume, anche chi ce le ha sversate».
Quelle sui fiumi molisani, comunque, non sono le uniche informazioni contenute nell’annuario «che per la prima volta nella storia dell’Arpa abbiamo realizzato».
Aria, suolo, agenti fisici e ovviamente acqua sono state ispezionate tramite prelievi, analisi di laboratorio e campionamenti «per restituire un quadro il più chiaro e completo possibile alla cittadinanza».
Un risultato possibile anche grazie ai risparmi realizzati da Pallante che ha tagliato sul numero di dirigenti (passati dai 17 del 2003 agli 8 di oggi), sul personale in servizio (da 165 oggi sono 150), sui costi d’affitto (la sede di via D’Amato costava 70mila euro l’anno mentre gli attuali uffici di via Petrella erano vuoti), guadagnato col servizio (a pagamento) sul controllo degli ascensori e riportato in pareggio il bilancio dell’agenzia regionale «che ha chiuso il triennio 2012-2014 con 2 milioni di utile» a fronte di quasi 3 milioni di euro di tagli subiti. Anche questo è tutto contenuto nell’annuario.
Che si facciano più controlli è evidente dai grafici illustrati i quali mostrano un’impennata di campioni analizzati per ciò che attiene l’aria. Nel 2012 erano appena 175 al 30 settembre 2015 sono stati già monitorati 1088 campioni. Si è fatto di più e meglio anche per quanto riguarda i controlli sul suolo, in calo, invece, quelli sull’acqua. Per quanto riguarda le acque di balneazione va detto che il monitoraggio è stato fatto in venti punti tra Campomarino e Montenero di Bisaccia con una qualità definita “eccellente” tranne che a Termoli, in prossimità del bar Giorgione, a 50 metri a nord di Rio Vivo e al Lido Aloha dove la classe di qualità è “buona” «ma prossima a diventare sufficiente perché – ha detto ancora Pallante – così vicino alla foce del fiume bisognerebbe mettere un divieto».
Novità importanti per il monitoraggio dell’aria: «Prima del 2012 erano solo due i tipi di controllo, ora sono 11. Da una ventina di giorni l’Arpa Molise è in grado di prevedere, a tre giorni, la qualità dell’aria in tutta la regione.
Sul sito internet dell’agenzia si possono calcolare i parametri di ozono, biossido di azoto e pm 10. «Solo Lazio, Valle d’Aosta, Lombardia ed Emilia Romagna lo hanno già fatto» ha detto con una punta di orgoglio il direttore.
Molto interessante nell’annuario la parte relativa al suolo finalizzata, in particolare, a far emergere rifiuti interrati e discariche abusive.Su 198 siti controllati l’anno scorso ben 72 sono state le segnalazioni inviate ai Comuni e addirittura 27 quelle alle Procure in cui, evidentemente, l’Arpa ha ravvisato veri e propri reati in materia di inquinamento ambientale. Numerosissimi i procedimenti avviati con Termoli che spicca sopra ogni altro comune molisano (13 di cui 3 chiusi).
Si parla di Cercemaggiore nel capitolo dedicato alla radioattività: la foto dell’area interdetta «grande quanto un campo di calcio» è proprio quella di contrada Capoiaccio in cui è stato estratto petrolio fin dagli anni sessanta prima di tappare il pozzo vicino al fosso vernile che sfocia nel Torrente Freddo “sul quale sono in corso ulteriori accertamenti”, come leggiamo dalla relazione allegata.
Ampia la parte dedicata ai depuratori reflui urbani e lunghissimo l’elenco dei comuni molisani in cui gli impianti non sono conformi. Campobasso, assieme a Bojano, Riccia e San Martino in Pensilis (ma solo per citare i territori più popolosi), è tra quelli con impianti non a norma.
E sono aumentate dal 2012 al 2014 le emissioni dei quattro inceneritori presenti in regione: Herambiente (Pozzilli) ha incenerito quasi 90mila tonnelate di rifiuti, Asrem (ospedale) 336, Momentive (Termoli) 4451 e Colacem quasi 14mila tonnellate.
(Pubblicato
il 12/11/2015)
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L'annuario è scaricabile dal sito dell'ARPA Molise all'indirizzo http://www.arpamolise.it/news/file/Annuario%20dei%20dati%20ambientali%20ArpaMolise_2015.pdf
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