Trivelle in Adriatico, Wwf: no progetto-monstre



Il rinvio della decisione da parte della Conferenza di servizi decisoria per la realizzazione del progetto “Ombrina Mare 2″, «consentirà di mettere in campo ulteriori iniziative di opposizione a quest’opera (…) che fa parte di una politica energetica nazionale legata alle fonti fossili che deve essere assolutamente superata». Lo afferma Dante Caserta, vicepresidente del Wwf Italia. Il Wwf ribadisce la «netta opposizione a quest’opera che rappresenta un pericolo per l’ambiente e per la qualità della vita dei cittadini così come per le attività economiche, in particolare quelle legate alla pesca, al turismo, all’agricoltura costiera.
Il progetto Ombrina Mare 2 – ricorda il Wwf – è il più impattante dell’Adriatico: prevede l’installazione di una piattaforma (35x24m) alta oltre 45 metri dal livello del mare, a 6 miglia marine dall’area dell’istituendo parco nazionale della Costa teatina, collegata a una raffineria galleggiante-FPSO (Floating Production, Storage and Offloading), lunga 320 metri e larga 33 con una altezza dal livello del mare di 54 metri, che stazionerà a sole 10 miglia dalla costa, con un intricato sistema di condotte sottomarine per un totale di 36-42 km. Rappresenterà, spiega il Wwf, «un pesantissimo vulnus per le scelte economiche di un territorio che vuole puntare per il proprio futuro su ben altre prospettive che non i combustibili fossili». L’unica ragione per la quale le aziende petrolifere insistono su queste aree, osserva il Wwf, «è legata a un vantaggiosissimo regime fiscale vigente in Italia». Il Wwf chiede al Governo nazionale di favorire l’uscita dai combustibili fossili. «La grande battaglia legata ai cambiamenti climatici – conclude il Wwf – passa anche attraverso scelte coerenti e programmazione di lungo corso in linea con gli obiettivi perseguiti a livello mondiale, che non possono essere messi in discussione da micro interessi legati all’economia del secolo scorso».

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