Gronda, il Wwf a Ceraolo: «Ecco il contro-progetto»

buone pratiche
SACILE. Ogni tanto si può anche sognare: così il delegato regionale di Wwf Italia, Alessandro Giadrossi, ha commentato il progetto, alternativo alla Gronda est, per l’utilizzo dell’area tra le due ferrovie (Sacile-Gemona e Venezia-Udine) e il rio Paisa, presentato l’altra sera a Sacile.
Obiettivo natura. Il progetto punta sulla rinaturalizzazione per bloccare le previsioni urbanistiche comunali, in particolare la realizzazione della nuova arteria destinata a collegare nord (via Prati di Santa Croce) e sud (via Flangini) della città.
Lo fa con una proposta di sviluppo globale di Sacile che passa attraverso una riflessione ambientale, la quale porta alla messa in sicurezza idraulica della città e alla ristrutturazione dell’espansione urbana. All’introduzione di Emilio Ditali sono seguiti gli interventi di Giorgio Beppino Presot e Gianluca De Vido, i quali hanno illustrato le linee guida dell’iniziativa.
Giadrossi ha quindi motivato il sostegno dell’associazione ambientalista all’impegno del Comitato per il bosco urbano a tutela di una zona di grande pregio ambientale che può rappresentare una carta in più da giocare nel futuro per Sacile.
Per questo ha invitato l’amministrazione comunale a credere e investire nel progetto e a fare l’interesse pubblico con un ritorno all’antico quando si regalavano i boschi alle città.
L’assessore. La presenza all’incontro dell’assessore sacilese all’urbanistica Anna Elsa Zanfrà, che si è presentata come ambientalista e amante della natura, ha innescato un articolato dibattito in cui è emersa palese da parte degli intervenuti l’avversione per la Gronda est.
Da parte sua l’assessore ha ribadito che non c’è nell’amministrazione comunale nessuna volontà di cementificare e di lottizzare un’area per la quale, ha anticipato, si sta definendo un progetto finalizzato a ottenere fondi europei per la realizzazione.
Allo stato attuale l’area si sviluppa su una superficie di circa 40 ettari, principalmente a vocazione agricola, attraversata dal Paisa lungo le cui rive sopravvivono ancora aree boscate legate all’ambiente fluviale.
A nord del fiume c’è la parte più antropizzata che può essere considerata come zona di transizione tra campagna e città.
Il territorio. Il contro-progetto viario si pone due obiettivi: porre fine al problema delle periodiche inondazioni del centro di Sacile e la rinaturalizzazione di un’area vicina al centro città.
Due le azioni previste: abbattere l’argine sud della Paisa, permettendo la libera esondazione del fiume nell’area dell’intervento, e in seconda battuta rinaturalizzare l’area umida che diverrà una cassa di espansione in caso di piena.
Laddove per rinaturalizzazione si intende riportare la zona allo stato naturale originale rimuovendo quanto creato dall’azione antropica sviluppata nei secoli. Una volta naturalizzata l’area sarà attraversata da percorsi ciclopedonali con postazioni per l’osservazione dell’avifauna a scopo didattico e di ricerca.

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