Avicoltura sannita

 Il WWF Molise ha sottoscritto l'appello di diverse associazioni e comitati riguardanti il numero presumibilmente eccessivo di nuovi allevamenti avicoli, in particolare nella piana del Tammaro, troppo vicino, in generale, all'area di Saepinum. 

Questo il testo del comunicato:

- Al Presidente della Regione Molise, 

- Alla Responsabile Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio del Molise,

- Al Direttore Generale Azienda Sanitaria Regione Molise (A.S.R.E.M.), 

- Al Direttore Generale ARPA Molise, 

- Al Responsabile del Nucleo Operativo dei Carabinieri Tutela Ambientale e Transizione Ecologica di

Campobasso

- Ai Sigg.ri Sindaci dei Comuni di: Cercemaggiore, Sepino, San Giuliano del Sannio, Guardiaregia,

Cercepiccola, Vinchiaturo.

- Al Ministro della Salute, 

- Al Direttore Generale della Sanità Animale e dei Farmaci Veterinari, 

- Al Ministro della Cultura, 

- Alla Ministra del Turismo, 

- Al Ministro dell’Agricoltura della Sovranità Alimentare e delle Foreste, 

ALLEVAMENTI AVICOLI INTENSIVI DELLA VALLE DEL TAMMARO (CB) - COMUNICATO DELLE ASSOCIAZIONI:

ITALIA NOSTRA CB; ITALIA NOSTRA MATESE; WWF REGIONE MOLISE; LEGAMBIENTE MOLISE APS; C.A.I. SEZIONE CB; LIPU MOLISE; SOCIETÀ ITALIANA PER LA PROTEZIONE BENI CULTURALI MOLISE; SEPINO NEL CUORE APS; MOLISE CITTÀ IDEALE APS; ASS. CULTURALE TOGO BOZZI.


L’improvvisa ed incontrollata crescita di capannoni di allevamenti intensivi avicoli in tutta la Valle del Tammaro, dove si ammassano diversi milioni di polli, sta procurando notevoli preoccupazioni ai cittadini.

Durante un pubblico convegno tenutosi il 31 Agosto 2023 sul futuro del Parco Archeologico Nazionale di Sepino, molteplici interventi hanno sottolineato l’incredibile coesistenza di capannoni nelle vicinanze del sito archeologico che hanno cagionato intollerabili e nauseabondi odori ai visitatori e agli spettatori durante gli eventi estivi nel Teatro Romano. Anche il paese di Sepino e quelli circostanti, da qualche tempo, non sono risparmiati da folate maleodoranti di aria malsana. Ciò, costituisce un segnale di grave pericolo sanitario: i gas prodotti dalla pollina sono rappresentati da ammoniaca, idrogeno solforato, metano, biossido di carbonio e composti volatili organici. Alcune di queste sostanze restano nell’atmosfera per giorni e possono essere trasportate a decine di chilometri di distanza.

L’ammoniaca rilasciata nell’atmosfera, reagendo con altre particelle come ossido di azoto e zolfo, promuove la formazione di polveri sottili, il cosiddetto “particolato” più noto come PM 10 e del PM 2,5.

Si rifletta, dunque, se sia ragionevole continuare a consentire l’indiscriminato proliferare di allevamenti intensivi che pregiudicano in modo irreversibile ogni possibile sviluppo turistico in un’area dalle enormi potenzialità archeologiche, naturalistiche e di sorgenti oligo minerali. Nella Valle del Tammaro, che in tanti già chiamano con ironica amarezza “Valle dei Polli”, si sta creando un esteso “distretto avicolo intensivo” con caratteristiche più “industriali” che “agricole”. La crescita improvvisa e incontrollata di tale “distretto”, è stata incentivata dalle grandi aziende alimentari costrette, da leggi regionali più rigorose e dalle proteste di popolazioni più attente (EmiliaRomagna, Marche, ecc...), a migrare ed aggredire territori più permissivi e meno regolamentati. Questa dinamica, in assenza di normative locali e controlli più rigorosi (su allevamenti, smaltimento pollina e carcasse polli morti, controllo della qualità ambientale dell’aria che sta visibilmente deteriorandosi, ecc...) sta cagionando danni irreversibili per lo sviluppo turistico, per l’ecosistema ed infine, ma non ultimo, per l’inquinamento delle falde acquifere, una delle più note ricchezze del territorio Matesino che sta irrimediabilmente deteriorandosi.

Ciò premesso chiediamo:

> alla SOPRINTENDENZA di evitare la concessione di ulteriori autorizzazioni nelle aree circostanti ai siti archeologici di: Saipins/Terravecchia, del Tempio del IV Secolo a.c. di San Pietro in Cantoni, di Saepinum/Altilia, della Villa dei Neratii, dei siti sanniti del Santuario di Monteverde e di Monte Saraceno.

> alla REGIONE di dichiarare, ex art. 3 punto 4 Decreto 30/5/2023, l’intero territorio di SEPINO e dei COMUNI DELLA VALLE DEL TAMMARO DI SEGUITO INDICATI,

“Zona A ad alto rischio” sussistendo le condizioni previste dall’allegato B del citato decreto; di adottare, altresì, ogni provvedimento idoneo ad arrestare l’ulteriore crescita del distretto avicolo intensivo che sta pregiudicando il sano sviluppo economico e turistico del territorio.

> all’ ARPA ed all’ASREM di valutare con attenzione ogni autorizzazione, stante il contesto creatosi, ed essere vigili nei controlli sull’intero distretto avicolo intensivo per prevenire, nell’interesse di tutti, fenomeni epidemiologici che hanno costretto altre regioni ad interventi legislativi e di ordine pubblico ed igiene.

> ai COMUNI DI CERCEMAGGIORE, SEPINO, SAN G I U L I A N O D E L S A N N I O , G U A R D I A R E G I A , VINCHIATURO e CERCEPICCOLA di aggiornare al più presto i Piani Urbanistici oltremodo obsoleti, ed evitare, altresì, in ogni modo autorizzazioni per la costruzione di nuovi capannoni avicoli intensivi per non cagionare ulteriori danni al nostro territorio sotto ogni profilo (sanitario, paesaggistico, ambientale).


25 Settembre 2023


ITALIA NOSTRA-CAMPOBASSO; ITALIA NOSTRA-SEZIONE MATESE ALTO TAMMARO;  WWF O.A. MOLISE; LEGAMBIENTE MOLISE A.P.S; C.A.I.-CLUB ALPINO ITALIANO SEZIONE DI CAMPOBASSO; APS-ETS; LIPU MOLISE; SIPBC ONLUS-MOLISE - Società Italiana per la Protezione dei Beni Culturali; SEPINO NEL CUORE A.P.S.; MOLISE CITTÀ IDEALE A.P.S; ASSOCIAZIONE CULTURALE TOGO BOZZI 

******


Al di là del comunicato e dell'invito alle Amministrazioni a riflettere ed agire sullo stato del territorio, la questione è significativa ed ampia.e coinvolge molti aspetti di carattere ambientale; si pensi al consumo di suolo, all'utilizzo delle risorse agricole e di acqua, ai trasporti, non più orientati alla trasformazione locale, ma a scala nazionale, per non parlare di tutti gli aspetti legati al benessere di persone ed animali che vanno seriamente affrontati, 

Nel frattempo, analizzando i dati del sito vetinfo , si scopre che il piccolo Molise, con i suoi 5.158.010 capi allevati, è al sesto posto nella classifica delle produzioni Regionali. Per fare un confronto, la Basilicata ha appena 202.774 capi; a parte la Val d'Aosta, le Regioni che producono di meno sono la Liguria, con appena 67.000 capi, e il Trentino con 165.000 capi.

Significativo anche il rapporto tra numero dei capi ed allevamenti: in Liguria i 67.000 polli vivono in 114 allevamenti, per una densità quindi di 587 polli per allevamento.

In Molise gli allevamenti sono 276 e la densità è di 18.668 capi per allevamento.

Una bella, significativa differenza. Sarà anche utile sapere che per movimentare tutti questi animali, destinati ad impianti di trasformazione per lo più in Veneto ed Emilia Romagna (dove però le normative regionali sono più strutturate, sono stati necessari, nel corso del 2022, circa 4000 viaggi. 

Giusto, quindi, soffermarsi a ragionare.

Commenti