NO ai nuovi inceneritori sul territorio naizonale
Il WWF Italia dice NO al Decreto Sblocca-Italia, che prevede la nascita di dodici nuovi inceneritori sul territorio italiano.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/09/06/nuovi-inceneritori-ambientalisti-in-pressing-sulle-regioni-boicottate-il-decreto-sblocca-italia/2012282/
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/09/06/nuovi-inceneritori-ambientalisti-in-pressing-sulle-regioni-boicottate-il-decreto-sblocca-italia/2012282/
Il WWF aderisce alla
mobilitazione dal 7 al 9 settembre
NUOVI INCENERITORI: SCELTA
RETROGRADA DEL GOVERNO
L’EUROPA PUNTA SUL
RICICLAGGIO TOTALE
Il Ministro
dell’Ambiente ritiri il decreto e apra un confronto con il mondo scientifico,
le Regioni e le comunità locali
L’intervento
dirigistico voluto dal Governo per la realizzazione nel nostro Paese di 12
nuovi inceneritori di rifiuti (che si andrebbero ad aggiungere ai 42 già attivi
e ai 6 già autorizzati) classificati come infrastrutture strategiche nazionali
è teso a imporre alle Regioni una politica retrograda sul piano ambientale ed
economico-sociale, che non ha spazio in
Europa e non ha futuro in Italia.
Lo sostiene il WWF
che - ricordando come già oggi l’Italia sia il terzo paese europeo per numero
di inceneritori dopo la Francia e la Germania - chiede al Governo di ritirare
il decreto legislativo che contiene il piano dei nuovi impianti previsto
dall’art. 35 del decreto legge Sblocca Italia e che il 9 settembre, in occasione della Conferenza Stato-Regioni
convocata per approvare il decreto, si discuta di come definire piani regionali
di gestione del ciclo dei rifiuti, che puntino decisamente in tutta Italia alla
loro riduzione, al riuso e al riciclaggio dei materiali, conseguendo e
superando al più presto su scala nazionale la
soglia del 65% di raccolta differenziata, obiettivo che doveva essere conseguito entro il 2012.
Il WWF aderisce alla
tre giorni di mobilitazione previste in tutta Italia dal 7 al 9 settembre
contro il decreto attuativo pro inceneritori dell’art. 35 del decreto legge
Sblocca Italia, in previsione della Conferenza Stato-Regioni del 9 settembre,
per almeno 3 buoni motivi:
- l’Europa ci chiede nel prossimo
futuro che: dal 2025 entri in vigore il divieto di trattamento termico per
tutti i rifiuti che risultino riciclabili; la raccolta di rifiuti da imballaggi
sia portata fino all’80% entro il 2030; nel 2050 si consegua l’obiettivo del
riciclaggio totale;
- il trend virtuoso di gestione del
ciclo dei rifiuti (e in particolare l’aumento della raccolta differenziata di
materiali dall’alto potere calorifico come carta e plastica) renderà a breve
non economici i nuovi impianti di incenerimento previsti dal Governo, che
entrerebbero in funzione alle soglie del 2020 e dovrebbero restare in esercizio
almeno fino al 2050, avendo un tasso di vita – e anche un periodo di
ammortamento dell’investimento – di diverse decine di anni;
- a fronte di uno spreco di risorse
pubbliche che dovrebbero contribuire a pagare la realizzazione e l’esercizio di
impianti rispetto ai quali è previsto un sempre minore impiego e di un prelievo
forzoso nelle tasche dei cittadini, attraverso il sistema dei contributi alle
fonti di energia assimilabili (CIP6 e certificati verdi), si registra un
incremento del rischio sanitario per i residenti nei territori limitrofi agli
inceneritori in numerosi studi internazionali e nazionali, tanto che persino
sul sito ufficiale del Ministero della Salute si può trovare una Tabella tratta
dalla “Relazione sullo stato sanitario del Paese 2009¬2010” nella quale si
riporta un aumento del rischio relativo di malformazioni congenite e di
numerosi tumori maligni in seguito all’esposizione di comunità alle emissioni
da incenerimento dei rifiuti.
Il WWF ricorda che
già oggi Paesi europei come Germania, Olanda, Danimarca, Svezia, che hanno
puntato in passato sull’incenerimento, pur di rientrare nelle spese di
costruzione di queste impianti accettano rifiuti provenienti dall’estero a
prezzi stracciati per alimentare impianti industriali che altrimenti non si
ripagherebbero. È un gioco perverso che l’Italia non deve alimentare.
Roma, 5 settembre 2015 Ufficio
Stampa WWF Italia, 329 8315725
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