Domani Giornata Internazionale delle Foreste | WWF, Le foreste cruciali nella lotta ai cambiamenti cliatici



 

Domani giovedì 21 marzo è l'International Day of Forests

WWF: LE FORESTE SONO CRUCIALI NELLA LOTTA AI CAMBIAMENTI CLIMATICI

Rappresentano l'habitat per il 75% della biodiversità e producono oltre il 40% dell'ossigeno terrestre. Tra il 1990 e il 2007 le foreste mondiali hanno sequestrato in media 2,4 MLD di Co2

Sabato 30 marzo alle 20,30 torna Earth Hour, l'Ora della Terra, l'evento mondiale del WWF sul clima. L'evento centrale sarà a Matera, capitale europea della cultura 2019, con lo spegnimento di uno dei luoghi iconici della "città dei Sassi" 


Nella Giornata Internazionale delle Foreste (che si celebra domani, giovedì 21 marzo) il WWF vuole puntare l'attenzione sullo straordinario valore dei "polmoni" del Pianeta che non solo sono essenziali per la vita sulla Terra ma che rappresentano un elemento cruciale nella lotta ai cambiamenti climatici.

Le foreste coprono il 31% delle terre emerse del pianeta, costituiscono l'habitat per il 75% della biodiversità terrestre e, in varie forme e particolarmente grazie al processo della fotosintesi clorofilliana, contribuiscono alla lotta al cambiamento climatico. La FAO dal 1948 elabora assessment sullo stato delle foreste (i "Global Forest Resources Assessment" vengono pubblicati ogni 5 anni, il prossimo è previsto per il 2020 mentre ogni anno viene pubblicato lo "State of the World's Forests") e secondo i suoi dati più recenti risulta che le foreste pluviali producono oltre il 40% dell'ossigeno terrestre e la deforestazione è una delle principali cause del riscaldamento globale, poiché produce dal 12 al 20% delle emissioni di gas serra.  Oggi la superficie forestale globale è estesa meno di 4 miliardi di ettari: il 93% è foresta naturale, mentre la superficie di foresta  piantata rappresenta il 7%. Nel periodo fra il 1990 e 2015, la superficie di foreste è diminuita di 129 milioni di ettari, un'area che equivale quasi all'intero Sudafrica. La perdita netta annuale media nel periodo 2010-2015, invece, è stata di 3,3 milioni di ettari e la maggior parte riguarda le foreste naturali.

Secondo un interessante studio apparso su Nature nel 2015 si stima che all'inizio della rivoluzione agricola vi fossero sulla Terra circa 6.000 miliardi di alberi mentre oggi ne abbiamo circa 3.000 miliardi (Crowther T.W. ed altri, 2015, Mapping tree density at a global scale, Nature 525; 201-205).

Questa grave perdita di capitale naturale è stata negli ultimi anni parzialmente compensata dal recupero naturale di terre abbandonate da agricoltori o allevatori (2,2 milioni di ettari all'anno) e da nuove piantagioni (3,1 milioni di ettari all'anno). 
La principale causa della deforestazione è l'agricoltura commerciale su larga scala, che ha rappresentato circa il 40% della deforestazione nei tropici e sub-tropici; mentre l'agricoltura di sussistenza locale ha inciso per il 33%, l'infrastrutturazione per il 10%, l'espansione urbana per il 10% e l'estrazione mineraria per il 7%.

In Italia, nel periodo 2005-2015 la superficie interessata da formazioni forestali, secondo la FAO, è pari a 9,2 milioni di ettari, con una crescita annua dello 0,6%. 
Nell'Accordo di Parigi approvato dalla COP 21 della Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sul Cambiamento Climatico (UNFCCC) per mantenere l'aumento della temperatura media mondiale ben al di sotto di 2°C rispetto ai livelli preindustriali e di fare il possibile per limitare l'aumento a 1,5°C, oltre alle massicce riduzioni a breve termine delle emissioni di gas climalteranti, si richiede anche l'applicazione di tecniche di "emissione negativa" che estraggano dall'atmosfera l'anidride carbonica già emessa . La fotosintesi clorofilliana, processo che estrae l'anidride carbonica dall'aria, utilizzando l'acqua, e la trasforma in materia vegetale, è uno dei mezzi naturali che da 3,5 miliardi di anni permette di assorbire CO2 ed è ovviamente utile nella lotta contro i cambiamenti climatici. Le foreste del mondo, tra il 1990 e il 2007 hanno sequestrato in media 2,4 miliardi di tonnellate di carbonio all'anno. Secondo i dati della FAO del 2010 le foreste manterrebbero immagazzinate 289 miliardi di tonnellate di carbonio nella biomassa viva, nel legno morto, nella lettiera e nel suolo. Il legno, composto per circa il 50% di carbonio, se utilizzato per produrre beni di lunga durata, come edifici e parti di essi, mantiene naturalmente intrappolata la CO2 mentre, se usato come combustibile, la rilascia in atmosfera.
Nel nostro Paese, dalle stime dell'Inventario Nazionale delle Foreste e del sequestro del carbonio 2005, risulterebbe che la quantità di carbonio organico presente nella parte vegetale presente fuori del terreno dei boschi italiani (alberi vivi, rinnovazione e arbusti) ammonta a 472,7 milioni di tonnellate, mentre quella rimossa annualmente dall'atmosfera ammonterebbe a circa 12,6 milioni di tonnellate.

Abbiamo il dovere di fare il possibile per fermare la distruzione delle foreste naturali, restaurare gli ecosistemi degradati dallo sfruttamento e riforestare. Per farlo è necessario realizzare migliori pratiche di gestione per rendere le foreste più resistenti e resilienti ai disturbi che possono rilasciare improvvisamente una grande quantità di carbonio nell'atmosfera, come gli incendi boschivi. Le azioni di gestione forestale, poi, devono essere armonizzate all'interno dei paesaggi forestali e si deve favorire l'uso di legname estratto in modo sostenibile per la costruzione di strutture e prodotti di lunga durata, evitando di bruciarlo, se non alla fine del ciclo di vita dei prodotti. Le foreste del nostro paese costituiscono un importante elemento anche per le attività di adattamento ai cambiamenti climatici, come indicato nel Piano nazionale di adattamento al cambiamento climatico prodotto dal Ministero dell'Ambiente, e anche il ruolo della riforestazione urbana assume un significato rilevante che il WWF sottolinea nel suo programma Urban Nature.

Earth Hour 2019. Proprio con l'obiettivo di limitare il cambiamento climatico,  dimezzando le emissioni di gas serra entro il 2030 a livello globale, nonché fermare la perdita di biodiversità, il prossimo 30 marzo torna Earth Hour: la più grande mobilitazione planetaria sul clima.
Un'ora simbolica di luci spente e tante iniziative per un futuro sostenibile, che si svolgeranno in centinaia di Paesi nel mondo con lo slogan #Connect2Earth, che non solo esprime lo stretto legame tra uomo e natura, ma anche quello tra cambiamenti climatici e perdita di biodiversità, il capitale naturale sul quale poggia la nostra stessa vita. 
Patrocini: Earth Hour 2019 ha ricevuto la Medaglia del Presidente della Repubblica, il patrocinio della Presidenza del Consiglio, della Camera dei Deputati, della Fondazione Matera 2019, del Comune di Matera, di ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani), Agenzia Spaziale italiana. Anche le scuole saranno coinvolte, grazie a uno specifico Protocollo d'intesa siglato da WWF e MIUR. 
Anche per questa edizione, Sofidel sarà il main partner dell'evento. L'azienda, nota soprattutto per il brand Regina, è al fianco del WWF da oltre 10 anni nell'ambito del programma Climate Savers e nel 2017 ha rinnovato il suo impegno sottoscrivendo il Manifesto S.O.S. del WWF ispirato ai 17 Obiettivi di Sostenibilità dell'ONU, sposando dunque la visione di lungo periodo promossa dall'Associazione che considera il nostro Pianeta come luogo comune per realizzare un benessere equo e sostenibile e che riconosce la centralità del capitale naturale. Negli anni, Sofidel è stata al fianco del WWF in numerose attività di sensibilizzazione e ingaggio, tra cui il programma educativo "Mi Curo di Te – Il gesto di ognuno per il Pianeta di tutti" dedicato ai temi Acqua, Clima e Foreste.

Per programmi aggiornati e appuntamenti: oradellaterra.org 


Roma, 20 marzo 2019

Wwf Italia
Ufficio Stampa WWF Italia
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