Eolico selvaggio ai confini con il Molise


Il no di Simona alle pale eoliche:
«Ho rinunciato a 250 mila euro»

Li aveva offerti una società privata per l’esproprio dei suoi terreni. Ma si è opposta



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Un no da 250 mila euro. Tanti soldi offerti da una delle principali società per l’installazione di enormi pale eoliche alte 150 metri (venti in più del Cupolone di San Pietro) in località Circiello, colline del Beneventano ai confini con il Molise. Pascoli, agricoltura incontaminata, paesaggio da sogno. Simona Di Maria, 40 anni, non ci ha pensato un attimo: «Ho risposto all’intermediario che quei 250 mila euro non mi interessavano. Sono matta? No, semplicemente non mi faccio comprare».

Attorno a Simona è cresciuto e si allargato un piccolo nucleo di otto irriducibili ultrambientalisti, il cui leader riconosciuto è Pinuccio Fappiano, impiegato. Per tutti è ormai «Pinuccio il lupo del Matese». Un soprannome che si è guadagnato sul campo della protesta. L’estate scorsa ha rischiato la vita insieme a Raffaele Pengue: sette giorni di sciopero della fame ai Tre Cantoni, montagna, quota mille. Alla fine il medico gli ha ordinato di scendere perché la pressione arteriosa schizzava alle stelle e rischiava un infarto.
Ma la rinuncia eroica resta quella di Simona: 250mila euro per l’esproprio di un terreno collinare che valeva molto meno. E che alla fine, dopo quasi due anni di ricorsi legali la società è riuscita comunque a ottenere. Ora resta la strada del ricorso al Consiglio di Stato. «Lo abbiamo già preparato con gli avvocati io e altri sette proprietari che non vogliono cedere — spiega Simona — perché i soldi passano e si spendono ma la terra, la nostra terra, quella non ce la deve toccare nessuno». Si chiama proprio L a nostra terra la pagina facebook che raccoglie questo nucleo di resistenti dell’ambiente. «Siamo soli, abbiamo contro sia Legambiente che Greenpeace perché entrambe le associazioni sono favorevoli all’eolico. Noi invece siamo fermamente contrari. Lo sapete — s’indigna Simona — che per realizzare le pale abbatteranno un pezzo molto vasto del bosco di Santa Croce del Sannio? Tutti si riempiono la bocca con l’agricoltura biologica, lo slow food e altro. Ma quando riusciranno nel progetto di impiantare 250 pali eolici alti 150 metri, qui di fauna e flora resterà ben poco».
Da due anni va avanti lo scontro frontale tra Simona, Pinuccio e gli altri oppositori con i responsabili delle aziende interessate al progetto. «Molti proprietari terrieri hanno intascato i soldi degli espropri senza obiettare. Io non giudico ma non condivido — aggiunge Simona — e sì che con i miei genitori ci siamo consultati. Noi alleviamo galline, produciamo tipicità locali. Quella pala enorme nella nostra proprietà proprio non la vogliamo».
Simona cita il post di Roberta Zeoli, un’altra «resistente» che ha subìto l’esproprio: «Abitavo in un posto bellissimo . . . .colline, boschi, regio tratturo, viali alberati. Nel giro di pochi mesi questo paesaggio non è più lo stesso. Qualcuno ha deciso di creare un impianto eolico proprio qui, nelle nostre terre e fra le nostre case. Noi ci siamo opposti ma il nostro parere non conta. Il terreno che da generazioni la mia famiglia ha faticosamente coltivato ci è stato espropriato. Così ruspe, cemento, strade nuove . . .Parlano di “energia pulita” ma di pulito in questa storia non c’è nulla! Alcune persone hanno scelto di trattare, hanno acconsentito sottoscrivendo la creazione di questo scempio. E’ facile cedere quando in cambio di una firma si offrono soldi, soprattutto in periodo di crisi. Si sono venduti per trenta denari, chi più, chi meno...E se la gente ci deride non importa; noi preferiamo provarci piuttosto che restare a guardare».
E Pinuccio il leader, il «lupo del Matese», cosa farà ora che le ruspe accelerano i lavori e le escavatrici creano enormi fondamenta circolari per gli odiati piloni? «Faremo l’impossibile per impedirlo — spiega — siamo pronti a stenderci davanti alle ruspe, a contrastare in maniera pacifica ma inflessibile ogni altro scavo o sbancamento. Io non mi ritengo un ambientalista in senso classico, io sono semplicemente un abitante di queste zone che lotta per la conservazione del paesaggio, dell’aria, della natura». E i politici del Sannio che posizione hanno preso? «Il sottosegretario Umberto del Basso de Caro è favorevole all’eolico — spiega Pinuccio — di Clemente Mastella non sappiamo. Certo ci piacerebbe se decidesse di sposare questa causa ma, onestamente, non ci facciamo affidamento».
Forse l’ultima carta da giocare resta l’intervento del governatore Vincenzo De Luca. Il «lupo» nutre qualche speranza: «Durante la campagna elettorale per le regionali venne qui e ci promise che avrebbe rivisto tutte le concessioni date dalla Regione in epoca Caldoro. Noi contiamo che lo faccia perché molti permessi sono stati concessi generosamente. Ho anche cercato di sensibilizzare la Regione Molise al cui confine sorgeranno alcune pale. È una battaglia disperata contro tanti interessi economici, ma noi non molliamo».

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