Reati ambientali: forse è la volta buona

Il Wwf spera che i delitti contro l'ambiente possano essere presto inseriti nel Codice Penale.
Dopo l'approvazione di ieri in Commissione Giustizia alla Camera del testo unificato sugli eco-reati, l'associazione ambientalista spera adesso in un rapido passaggio in aula e in una votazione bipartisan per "questa grande riforma che ci consentirà di metterci al passo degli altri Paesi europei nella lotta alla criminalità ambientale" scrive il Wwf in una nota.

Il voto di ieri è un passo importante ma non si tratta di una novità assoluta. La prima proposta di introduzione nel codice penale dei "Delitti contro l'ambiente" e "Disposizioni sostanziali e processuali contro il fenomeno criminale dell'ecomafia" risale al 1998, avanzata dall'allora Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse. Da allora, - sottolinea il Wwf - nonostante gli annunci, non è ancora stata approvata definitivamente una vera legge di riforma organica: "L'attuale sistema di sanzioni per fatti gravi che compromettono ambiente e salute e l'esistenza e la sopravvivenza di specie animali e di habitat naturali, vengono puniti con sanzioni poco più pesanti di una multa automobilistica e le cosiddette 'ecomafie', continuano ad ingrassare con guadagni enormi a fronte di rischi pari a zero".

Il testo prevede l'introduzione di due nuovi illeciti nel codice penale: inquinamento ambientale (pena prevista da uno a cinque anni e fino a 100mila euro di multa) e disastro ambientale (punito con la reclusione da 4 a 20 anni). Il provvedimento prevede l'introduzione del ravvedimento operoso, con sconti di pena per chi si impegnerà a bonificare i luoghi inquinati, e la confisca obbligatoria dei profitti legati al reato ambientale. Saranno raddoppiati inoltre i termini di prescrizione.

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